Scorri, immergiti, lasciati trasportare dalla magia dei dettagli
Un mondo di cromie evocative, tra tradizione e modernità
Lo studio della fotografia fine art prende l'avvio dall'accostamento del “piccolo popolo” di tradizione celtica alla realtà quotidiana, come risultato del forte legame dell'artista con la Scozia.
Gli accenti crudi e sovente violenti del mondo moderno sono qui sfumati per ricercare una leggerezza d'animo che diventa una spinta verso il proprio benessere psicofisico. Si prospetta quindi un viaggio interiore, attraverso il filtro fantastico di un mondo che si intreccia alla quotidianità, la plasma per restituire una visione dello “star bene”, del morbido abbraccio di ciò che è, che potrebbe essere e che si vuole che sia. In questo viaggio che l'artista intraprende si ritrovano anche strumenti ritenuti indispensabili: innanzitutto l'uso sapiente della cromoterapia, per amalgamare tonalità di colore capaci di toccare le corde più intime dell'animo e restituire uno stato emotivo di calore, piacere e soddisfazione.
Ma il viaggio itinerante continua incessante, anche con l'accostamento alla fotografia fine art di finiture a pizzo chiacchierino fatte a mano, sempre per rimanere immersi in un mondo di evasione, dove resta ancora protagonista l'uomo, proiettato verso il futuro, sebbene all'interno del contesto naturale che fa da sfondo sia alle tradizioni orali sia a quelle artigianali, per non perdere mai il contatto con il passato da cui proviene. Radici profonde nel passato, quindi, e braccia protese verso il futuro con l'uso sapientemente modulato del digitale.
Lo studio creativo prende le mosse proprio dal camminare, macchina fotografica in mano, tra le vie cittadine e tra i sentieri di montagna, o lungo la costa marina, guardando il mondo circostante e immaginandolo in chiave onirica, per scremarlo da tutto ciò che è contaminazione, e restituirlo in un contesto di lettura privo di note stonate e di toni pesanti.
Le vibrazioni cromatiche trasmettono una voglia di immergersi in quel mondo. La tradizione artigianale del pizzo chiacchierino, una volta sapientemente lavorato sia da minute mani di bambine sia da fragili movimenti di anziane, è ora un lusso, lasciato a chi sente di dover trasmettere femminilità, da inserire tra le pieghe della fotografia digitale, per renderla più umana, più vibrante, più personale.
Tutto parte, quindi, dal “piccolo popolo”, come molla per affrontare la realtà, rimanendo radicati nella tradizione, che è anche identità, ma ancora come ricerca di un mondo più delicato, più ovattato.
Forte delle proprie convinzioni, la fotografia trova nuovo impulso negli strumenti moderni, che non sostituiscono la creatività dell'uomo, ma anzi sono al suo servizio proprio per potenziare quel concetto di “sfumature”, di “filtri”, di “visione onirica” cui, assetata, l'artista tende con grande sforzo.
Paola Chiappini